Alluminio e comfort in bicicletta | Cyclinside.it

2022-08-05 06:56:32 By : Ms. Lauren Zhuang

Sembra assunto che alluminio sia sinonimo di rigidità e scomodità e carbonio di comfort e morbidezza. Dai discorsi che si sentono fare (e da qualche articolo che continua a girare) la tendenza a dare per certa questa affermazione è piuttosto diffusa.

In qualche caso sarà pure vero, ma ci sono sempre più prove del contrario. Una volta c’era l’acciaio e non si scappava. La bici da passeggio come quella del professionista erano d’acciaio, magari leghe diverse, ma sempre di acciaio si trattava. La differenza era anche nella geometria. I corridori volevano bici scattanti e i costruttori gli andavano (giustamente) appresso modificando angoli e misure. I telai diventavano sempre più in piedi.

Poi è arrivato l’alluminio. Le sue caratteristiche le conosciamo (oppure potete trovarle sul sito nella sezione “Materiali”). L’alluminio è leggero e rigido e non assorbe le vibrazioni. I telai fatti in alluminio hanno dovuto compensare la minore robustezza dell’acciaio aumentando le sezioni e il momento torcente: il risultato è stato subito esaltante, in bicicletta si scattava come una fucilata rispetto al vecchio acciaio.

I telai in alluminio, ovviamente, hanno ricalcato le geometrie raggiunte con l’acciaio e ritenute più che valide. Avevano fatto i conti senza l’oste. Gli angoli già molto “in piedi” dei telai in acciaio hanno trasformato alcuni telai particolarmente “cattivi” dal punto di vista geometrico in vere e proprie macchine di tortura. Molti corridori lamentavano problemi di schiena e scomodità. Metteteci poi l’avvento delle ruote Shamal, ad altissimo profilo (in alluminio!) e simili e il quadro è completo.

Per fortuna, nel giro di breve tempo (più o meno) è arrivato in soccorso il carbonio. Realizzare in fibra i pendenti e poi tutto il carro posteriore delle biciclette permetteva di scaricare le vibrazioni che prima andavano dirette sulla schiena e sulle braccia del ciclista. Arrivavano anche le forcelle in fibra di carbonio. La diffusione dei telai in alluminio e posteriori in composito è storia recente, almeno finché anche questi non sono stati messi da parte a favore del carbonio su tutto il telaio.

Ora si sta tornando ad una diffusione dei telai tutto alluminio. E la comodità? Niente paura, non è stata perduta, è bastato intervenire sulle geometrie perché il telaio risultasse sufficientemente comodo, comunque meglio di qualche anno fa. Una nota di merito va ad alcuni telai in alluminio che hanno saputo mantenere uno sviluppo geometrico indipendente dalle mode del momento. Cannondale, in questo senso, ha fatto scuola. La casa americana non ha mai avuto telai con posteriori in composito fino in tempi recenti e non ne ha mai fatto sentire la mancanza. Chi scrive ha avuto la fortuna di provare telai Cannondale sin dal vecchio Caad 3.

Il disegno hourglass, a clessidra, progettato a Bedford ha fatto il resto, e niente mal di schiena. Tanto che quando sono uscite le prime Cannondale con fibra di carbonio il carro è rimasto inesorabilmente in alluminio: «Funziona benissimo così» assicuravano gli americani. Ora, quindi, se non vi siete fatti sedurre dai gioielli in fibra di carbonio (ottime bici, sia chiaro, anche se andrebbero viste volta per volta) potrebbe essere il momento di acquistare l’alluminio con tutti i pro e i contro che si porta dietro. L’alluminio potenzialmente perde le caratteristiche meccaniche nel tempo. Ma in certi casi il decadimento è davvero minimo.

Una precisazione però va fatta. Più volte la rigidità dell’alluminio viene confusa per migliore rendimento, mentre la comodità del carbonio è scambiata per poca rigidità. Si tratta di cose diverse in realtà. L’alluminio trasmette di più le vibrazioni è dà una sensazione di maggiore durezza, quindi rigidità. Il carbonio, più soft nel suo rendimento meccanico, assorbe le vibrazioni ma non disperde la forza del ciclista e non vale meno dell’alluminio a parità di rigidità.

Ho un telaio colnago dream a cui sono molto affezionato ma mi chiedo, dopo 10 anni di fatiche, se sia arrivato il momento di cambiarlo. Vale la pena cambiarlo? Magari aggiornare la bici con un telaio in carbonio? Mediamente che differenza di peso e rendimento si può trovare tra un carbonio degli ultimi anni ed un alluminio del 2001?

Salve Tiberio. Il Dream di Colnago è un telaio con anche ben più di 10 anni sulle spalle e quell’alluminio non era affatto male in quel periodo. Certo, oggi si può considerare “superato”. Peraltro l’alluminio tende a perdere un po’ le sue caratteristiche anche se non impiegato in maniera esasperata. Quindi un cambio ci sta tutto. Piuttosto conviene valutare bene la geometria del nuovo telaio per essere certi di trovarsi bene e anche il livello di prodotto. Come potrà vedere nella pagina dedicata ai materiali anche di fibra di carbonio ce n’è di diverse tipologie e il salto va fatto scientemente. Un saluto

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